Descrizione estesa
Una panchina per non dimenticare le vittime delle foibe e gli esuli giuliano dalmati. Con questa iniziativa l'associazione nazionale Carabinieri di Castelfranco di Sotto e il Comitato 10 febbraio, hanno deciso di fissare la memoria di quei tragici eventi, in un luogo attraverso un simbolo. È nata così l'idea di collocare una panchina tricolore anche a Castelfranco di Sotto in piazza Garibaldi. La panchina come spiega il presidente nazionale del Comitato 10 febbraio è un modo più moderno rispetto a monumenti o altre iniziative per tenere viva la memoria storica sulle vittime delle foibe e sull'esodo a cui furono costretti dai partigiani comunisti del generale Tito le popolazioni di lingua e cultura italiana dell'Istria, della Dalmazia e della Venezia Giulia.
Alle celebrazioni a Castelfranco di Sotto per i promotori erano presenti per l'associazione nazionale Carabinieri il presidente della locale sezione maresciallo Ugo Nitto e il vicepresidente il brigadiere Nicola Angioi, che hanno apposto la targa della loro associazione, Barbara Badalassi rappresentante del Comitato 10 Febbraio che ha apposto la propria targa e come ospiti e testimoni storici Clelia Kolman la presidente provinciale dell'associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e il presidente regionale della stessa associazione Guido Giacometti.
Proprio Kolman ha fatto l'intervento più significativo, lei, arrivata in Italia come esule piccolissima, ha vissuto fin da bambina la difficile condizione che toccò a chi proveniva dalla terra giuliano dalmata, passando dai campi profughi. Lei arrivò in provincia di Pisa, dove poi è rimasta a vivere. Come racconta la presidente dell'associazione fu un percorso difficile: “Io ero bambina e i miei genitori non mi fecero avvertire le difficoltà che affrontavamo, ma per anni abbiamo vissuto in campi profughi delimitati dal filo spinato, come se fossimo persone da segregare. I tempi anche per gli italiani di Pisa erano difficili, era l'immediato dopoguerra e ci vedevano come quelli che venivano a portare via il lavoro. Questa situazione fu aggravata sicuramente dalla narrazione fatta dal partito Comunista del tempo, che raccontava che eravamo persone da evitare, per loro eravamo venuti via da una terra dove potevamo stare bene, nella loro narrazione un “eldorado” perché governata dal comunismo di Tito. In realtà noi eravamo venuti via lasciando tutto, la nostra storia personale, le nostre case, i nostri luoghi per sottrarci alla dittatura e dopo quello che era successo con le foibe, la paura, anche per la propria vita era sempre presente, non era possibile vivere serenamente in quella terra governata da una dittatura comunista per noi italiani. Ringrazio caldamente l'amministrazione comunale di Castelfranco di Sotto, l'associazione nazionale Carabinieri, anche l'Arma ebbe i suoi caduti nelle foibe e l'associazione 10 febbraio per questa cerimonia e per la panchina tricolore, perché queste sono le occasioni in cui ci è data l'opportunità a noi esuli istriani, di raccontare quello che abbiamo sofferto e di rinverdire una storia che spesso si è cercato di nascondere”.
Alla cerimonia hanno partecipato oltre 50 persone tra cui il comandante della stazione di Castelfranco Nicola Caiti, l'ex comandante Emanuele Quaranta, i membri della giunta Mini, il consigliere di opposizione Stefano Pertici, un rappresentate dei bersaglieri, i rappresentanti la Croce Rossa di Castelfranco di Sotto, l'associazione l'Auser, l'associazione Four Roses, la Misericordia di Villa Campanile e i di donatori di Sangue di Villa, la Podistica castelfranchese e i rappresentanti di molte altre associazioni della provincia di Pisa.
“Questa è un'iniziativa che abbiamo lanciato il 2 giugno dello scorso anno” spiega il presidente del comitato 10 Febbraio Silvano Olmi che è voluto intervenire anche se a distanza. “Sono già un centinaio – continua il presidente - i comuni che hanno aderito. Noi le abbiamo chiamate le panchine del ricordo. Abbiamo scelto questa soluzione perché abbiamo visto che la panchina è un modo moderno per ricordare. Una persona arriva, vede la panca tricolore, poi vede la targa che spiega il significato di quella panca e si innesca un momento di riflessione sui fatti storici. Sono contento che Castelfranco di Sotto abbia aderito. Questo è un modo moderno per ricordare per trasmettere alle nuove generazioni un pezzo di storia. Spesso queste panche sono state collocate in parchi pubblici come a Grosseto e come so che ha fatto Castelfranco di Sotto”.
Il comune di Castelfranco di Sotto ha accolto con favore e convintamente la proposta di collocare questa panchina arrivata dall'associazione Nazionale Carabinieri e dal Comitato 10 febbraio.